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Approfondimenti Fiscali

IL CREDITO DI MPOSTA PER L’INNOVAZIONE TECNOLOGICA – NON SI E’ SEMPRE “TROPPO PICCOLI”

Il beneficio fiscale sotto forma di credito di imposta, tradotto sostanzialmente in un contributo a fondo perduto, è stato già confermato e rafforzato con la Legge di bilancio 2021 e si prevede che avrà un ulteriore miglioramento con il piano di Recovery Fund.

Sull'argomento:  http://www.tonellicatarcia.it/index.php/news/approfondimenti-fiscali/143-la-legge-di-bilancio-2021-4

Possono essere oggetto del beneficio le attività finalizzate alla realizzazione di prodotti o processi di produzione nuovi o sostanzialmente migliorati.

Con questa definizione si intende un bene, materiale o immateriale, oppure un servizio o un processo, che si differenzia, rispetto a quanto già realizzato o applicato dall’impresa, per caratteristiche che possono riguardare l’innovazione tecnologica o delle prestazioni, la eco-compatibilità, l’ergonomia o altri elementi sostanziali.

Dalla lettura delle definizioni di cui sopra si dovrebbe concludere che si tratta di attività di progettazione, ricerca e sviluppo che non sono accessibili alle micro imprese, che notoriamente rappresentano la grande maggioranza del sistema imprenditoriale e in misura più marcata nel nostro territorio, ed in concreto è effettivamente così perché una piccola “Ditta” con pochissimi addetti non si potrebbe realisticamente permettere investimenti di questa natura, ma non è detto che debba per questo essere “condannata” a restare indietro.

Una strada possibile che le micro imprese potrebbero utilmente intraprendere per mettere a frutto opportunità di questo tipo è quella della c.d. “Coopetizione” ovvero la Competizione Cooperativa, una definizione che tiene insieme volutamente la cooperazione e la concorrenza, e che prende spunto dalle teorie e gli studi che sono stati elaborati e descritti, tra gli altri, anche dal premio Nobel John Nash.

Un caso significativo di applicazione di questo metodo è dato dall’accordo con il quale alcune tra le più importanti aziende automobilistiche hanno condiviso componenti per la realizzazione di una nuova city car, venduta poi nei diversi modelli dalle rispettive Case produttrici; questo ha consentito alle aziende di risparmiare denaro grazie alla condivisione dei costi, pur rimanendo fortemente competitive sul mercato.

Nel panorama economico e legislativo italiano questa forma di cooperazione tra concorrenti può essere ottenuta nell’ambito di una Rete di imprese: un accordo che permette ad aziende di uno stesso settore produttivo di lavorare insieme per migliorare le conoscenze, per la ricerca di nuovi prodotti, per lo studio e l’applicazione di nuovi processi, mantenendo nello stesso tempo la propria autonomia competitiva.

Questo permette di ottenere concreti vantaggi come la riduzione dei costi, la complementarietà delle risorse ed il trasferimento tecnologico; un semplice concetto che si basa sull’idea di squadre che si aiutano a vicenda per competere. L’opportunità di fare squadra, non solo per poter beneficiare del credito di imposta per l’innovazione tecnologica ma, aspetto ancora più importante, per avere l’opportunità di innovare concretamente processi e prodotti, dovrebbe essere uno stimolo importante verso le aggregazioni di Rete soprattutto per le micro imprese.

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